2014-12-28 LETTERA di NATALE
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Cari amici,
Il Natale che abbiamo vissuto ci ha condotti in faccia a Cristo. L’abbiamo visto accadere con la sua nuova venuta nell'impatto visivo sorprendente delle grandi statue di legno del nostro presepio, ammirato da tante persone. Qualcuno di voi ha accompagnato con la loro splendente foto gli auguri natalizi ad amici e parenti. Ci siamo commossi nella gran folla della notte di Natale, prima nella Veglia e poi nella Messa. Abbiamo sentito le testimonianze dei cristiani fedeli nella persecuzione e nell'esilio, il racconto dell'improvvisa tregua di Natale nella guerra di cent'anni fa, e un racconto di Tolstoj che narrava di un ciabattino che cercava di vedere Gesù e l'ha trovato nelle persone da lui soccorse nella sua botteguccia. I canti della Veglia ci hanno sorpreso per la dolcezza e precisione di una voce giovanile. Il mistero di Gesù presente ci ha percosso e invaso soprattutto nella liturgia eucaristica, nella quale molti di voi sono stati protagonisti con i canti del coro, le letture e i vari gesti previsti. Un gruppetto di bambini ha accompagnato all'altare i due sacerdoti, e tutta la celebrazione è trascorsa con intensità e verità. Ho colto con voi il senso del nostro stare insieme, e del compito che ci è stato affidato. Siamo insieme perché Cristo ci attrae e fa di noi una cosa sola. Siamo insieme per annunciare Cristo ai nostri fratelli, anche solo con la nostra presenza unita. Che cosa avrebbe incontrato tutta la gente che ha riempito la nostra grande Cattedrale, se la nostra fede non avesse vibrato alla Sua presenza? A quale livello di pura emozione superficiale saremmo rimasti tutti noi, se non avessimo percepito negli amici che ci stavano accanto la stessa apertura di fede? Anche gli auguri che ci siamo scambiati e i messaggi che abbiamo ricevuto e inviato nella stessa notte e nel giorno di Natale non si sono esauriti negli auspici di serenità e pace, ma hanno echeggiato l'annuncio del Vangelo. Ecco, mi sono detto, qual è lo scopo del nostro vivere, lo scopo del mio e vostro essere qui, lo scopo di una comunità, lo scopo della nostra amicizia. Non vi dico quanto tutto ciò renda più bella la vita e più intenso e significativo il nostro stare insieme. L’unità in Cristo raccoglie i doni di ciascuno e valorizza ogni differenza, smussando le asperità e producendo la sinfonia con tutti gli strumenti. A che cosa di più e di meglio di questo poteva servire il nostro Natale?
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