2015-02-24 - don Giussani -
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Utilità diffusa
Nel gran Duomo di Milano, freddo e affollato di gente per i funerali di Don Giussani, esattamente dieci anni fa, c’ero anch’io. Non mi sorprendevo che ci fossero alcuni cardinali, molti vescovi, centinaia di sacerdoti, rappresentanti di ogni sorta di istituzioni religiose, civili e sociali e una marea di giovani e persone di ogni condizione. Il dono fatto a me si era riversato abbondantemente nel terreno della più varia umanità, e molti venivano a ringraziare.
Quale dono? Quello che il cristiano ha di più caro, come dice lo staretz Giovanni nel dramma dell’Anticristo di Soloviev: ‘Cristo stesso e tutto ciò che viene da lui’. Giussani ha ridetto alle persone che incontrava e che egli stesso ricercava – giovani e adulti spesso estranei ad ogni esperienza di fede, o rassegnati a una spenta morale - quello che l’evangelista Giovanni proclama nel prologo: “Il Verbo di Dio, colui che fa il mondo ed è il senso di tutto, si è fatto carne ed abita in mezzo a noi”. Giussani l’ha detto non appena come annuncio verbale, ma come esperienza vitale: un’attrattiva della mente e un desiderio del cuore, una presenza nella vita. Ha pazientemente collaborato a riedificare il luogo ecclesiale, la comunità cristiana non generica ma reale, che coincide con la casa, l’ambiente di scuola o lavoro, e che immediatamente si apre a tutte le dimensioni del vivere – la cultura, cioè il senso della vita; la carità, cioè la condivisione della propria persona; la missione, cioè l’apertura al mondo.
Con questo annuncio, netto, preciso, coinvolgente, e con il carisma di una straordinaria attenzione alla singola persona, Giussani non solo ha aggregato quello che viene qualificato come il Movimento di Comunione e Liberazione, ma ha influito positivamente in ambito ben più vasto. E’ interessante notare che alcune parole che decenni fa apparivano quasi un’esclusiva del ‘gergo’ di Cl, ed erano guardate con un certo sospetto o avevano un significato scontato, sono rinate fino a entrare nell’uso comune e nei documenti ufficiali non solo della Chiesa: parole come esperienza, incontro, avvenimento, testimonianza, memoria, compagnia, movimento... hanno riacquistato un vigore che non ne rinnova appena la sonorità, ma rimanda a cose vissute.
Analoghi rilievi riscontro nell’intervento, pubblicato in questi giorni sull’Osservatore Romano, di un uomo che ha frequentato assiduamente gli ambienti vaticani e ha collaborato con tutti i Papi recenti. Guzman Carriquiry afferma che Wojtyla, Ratzinger, Bergoglio, prima e dopo l’elezione papale, hanno conosciuto Giussani e.o letto i suoi libri, dichiarando espressamente di averne ricavato vantaggio per la loro fede e il loro magistero. Un carisma vero non è mai un fatto solitario e circoscritto: è dato da Dio per la Chiesa intera e per il bene di tutti.
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