2015-05-02 Dopo gli Esercizi spirituali
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UNA PRESENZA NELLO SGUARDO
Un fotogramma ripreso dal film Il Vangelo secondo Matteo di Pasolini mette in primo piano Gesù seguito alle spalle da Giovanni e Andrea sulla spiaggia, sullo sfondo di una montagna a picco sull’acqua. Non solo Pasolini rende attuale il fatto del Vangelo, ma l’annuncio ripreso nei tre giorni di Esercizi spirituali per la Fraternità di Comunione e Liberazione lo rende percepibile e toccabile a una folla di persone. Quando lo stesso episodio viene ripreso in un video di don Giussani in una conversazione agli universitari, avvertiamo che non è accaduto duemila anni fa, ma accade al presente. “Una presenza nello sguardo”, rècita la didascalia del fotogramma. Siamo noi che, guardando la vita, partecipando agli avvenimenti, incontrando le persone abbiamo negli occhi e nel cuore il Suo Volto. Il principio dell’essere è la Sua chiamata: una presenza irriducibile, un fatto che non si può cancellare, come una nascita, come un’amicizia e un amore che ti costituisce. Con questa presenza negli occhi, mantenuta nella memoria e ridestata dal silenzio e dalla preghiera, rinnovata dalla testimonianza dei compagni di strada, il cuore rimane alto, e tutte le circostanze del vivere vengono trascinate dentro questo fiume.
Che cos’è dunque la fede, che cos’è la Chiesa, se non il luogo nel quale siamo posti a vivere oggi per incontrarlo e seguirlo? Che cosa ci serve per vivere? Tornando a casa dagli Esercizi, siamo noi un pezzo della Chiesa che va nella periferia del lavoro, della famiglia, della parrocchia, provocati a non vivere un'amicizia chiusa nella quale ci si compiace gli uni degli altri, ma un'amicizia aperta, segno visibile per tutti.
Pensiamo sempre che servano molte cose per essere segno e testimoni. Invece basta pochissimo. Nel lavoro basta che un amico ti venga a trovare che già lo sguardo e il dialogo suscitano curiosità nei colleghi. Basta che tra alcuni ci si fermi in parrocchia a salutarsi dopo messa con chi si incontra, che si diventa presenza visibile. Tornati dagli esercizi, basta spiegare ai figli dove siamo andati, che si diventa testimoni della bellezza del cristianesimo in famiglia. Semplice davvero! Ma occorrono libertà di cuore e sequela. Una libertà che permette di incontrare tutti, senza pregiudizi, una libertà che permette di dire sì a Gesù dentro la circostanza reale. Una sequela a Cristo e non alle proprie idee e ai propri comodi! Senza cercare sempre la via più facile, quella che fa fare meno fatica e che poi delude e fa perdere il meglio, che è la sorpresa con cui Lui ci viene incontro nel reale. Una presenza nello sguardo, perché è una Presenza nella vita.
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