2015-05-12 Dopo la Prima Comunione
|
Il CERCHIO PERFETTO
Quando innalzo il pane e poi il calice del vino, i ragazzi si sono già tutti disposti davanti all’altare e li intravvedo sullo sfondo come un cerchio perfetto che allarga l’Eucaristia all’infinito. Fino a comprendere la loro vita futura, divenuti giovani e grandi come i loro genitori. C’è un momento di purezza della vita, un momento di pienezza, che si vorrebbe non finisse. Come gli apostoli accanto a Gesù sul monte Tabor diciamo:“E’ bello per noi stare qui”. Ma non è la sopraffazione del sentimento. E’ piuttosto la realtà delle cose, un giudizio netto su un fatto che accade. Gesù è qui, prende la nostra vita, ci abbraccia nella sua unità. Anche se siamo ancora così lontani e distratti la nostra parte. Ora i ragazzi si assestano tranquilli e attendono che Cristo li incontri. Davanti a ciascuno, nome per nome: “Il corpo di Cristo”. “Amen”. Con calma e serenità, come un dono grande e semplice che basta una vita. La sera prima, tanti di loro si sono addormentati ricordando Nennolina, la bambina che ha fatto la prima comunione a sei anni, bruciata dal desiderio di Gesù al quale scriveva intense letterine; lei, Gesù lo vedeva in carne ed ossa - diceva alla Mamma - “come vedo te”. Anche i nostri bimbi si sono innamorati di Gesù e sono sorpresi di volergli bene: “Da quando ti ho conosciuto sei entrato nel mio cuore e non mi hai mai lasciata sola”. E’ la scoperta della vita. I genitori scrivono anch’essi letterine per la prima comunione dei figli e domandano una fede certa, retta, forte; domandano la gioia nell’essere genitori, marito, moglie, esempio di Amore. La vita respira momenti magici che si prolungano in una scia senza fine. Veniamo immersi nell’acqua della fede, torniamo a nuotare nella vasca del Battesimo come i ‘pisciculi’ di Tertulliano. C’è voglia di ritrovarsi, nel gusto di un’amicizia che ci attarda insieme alla fine di ogni Messa e ci sorprende di letizia quando ci incontriamo; il velo pudico dello scherzo e la battuta solita si aprono a riconoscere una presenza più vera, desiderata. Persino il genitore estraneo alla fede dice con sincerità: “E’ stato bello!”. Bella e vera è la strada che Gesù apre per toccare il cuore e conquistare le persone. Come scrive la mamma giornalista nell’intervista che abbiamo scovato: “La Messa secondo me si chiama così perché mette a punto le giornate e le priorità.” Ritroviamo noi stessi, il ritmo della vita, il fiato della corsa. Abbiamo voglia che tutta questa storia continui.
|
|