2012-09-20 Festa della Madonna Assunta
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Al centro di una lunga estate umida di caldo si innalza la festa della Madonna Assunta: un lieto appuntamento tramandato dalla storia della Chiesa e un simbolo della vita portata a compimento. L’Assunta si raccorda pienamente con la Chiesa cattedrale di cui è patrona. In modo diverso, l’una e l’altra contengono e riassumono il cammino e l’intensità dell’esistenza cristiana; Maria percorre tutta la strada, dall’annuncio dell’Angelo fino all’abitazione presso Dio in anima e in corpo, avvolta dallo sguardo e dall’affetto di Gesù; la Cattedrale raccoglie e riunisce tutti gli aspetti e i momenti della vita cristiana, componendoli nel ministero episcopale e nella comunione di comunità e di singole persone. La piccola statua dell’Assunta che si innalza al sommo del presbiterio della nostra cattedrale attende di essere ripulita ed evidenziata, per attrarre gli sguardi e i cuori nella dirittura del cielo. Quest’anno alcuni fatti particolari hanno marcato il cammino della comunità verso la festa della Patrona. C’è stata una sorta di ouverture con un grande concerto d’organo; mentre le note clamorose invadevano la navata, veniva da domandarsi com’era possibile che ci fosse tutta quella musica nell’organo. In contemporanea è stata aperta la mostra sui miracoli eucaristici, dove la dichiarata fisicità del corpo e sangue di Cristo nell’Eucaristia richiama a suo modo la corporeità di Maria Assunta. Nella domenica precedente la festa è stato anticipato il Vespero dell’Assunta, che si è dimostrato un esercizio di educazione alla recitazione, al canto, alla riflessione, all’ambientazione liturgica; almeno alcune volte nel corso dell’anno dovremo allargare gli spazi della preghiera con il Vespero comunitario e altre forme espressive. C’è stata ancora una grande occasione per gli occhi e per il cuore: l’incontro con Suor Maria Gloria Riva, una donna vivace che ha trasformato la sua vocazione contemplativa in una occasione di annuncio. Esperta di arte, pubblicista, più volte intervistata in tv, ha proiettato sul catino della volta dell’altare della Cattedrale i dipinti dell’Assunta di Tiziano, anno 1518, di Nicolas Poussin, anno 1650, e della contemporanea Stefania Massaccesi. Il triplice piano della tela di Tiziano – raffigurante Dio Padre, la Vergine Assunta, gli Apostoli – si concentra nei dipinti degli altri due pittori nella sola raffigurazione dell’Assunta, segno della riduzione in cui viene costretta l’immagine umana. La Suora, con la testimonianza della sua vita e con la sua esposizione, lascia una profonda impressione negli ascoltatori: anche una raffigurazione pittorica esprime una certa temperie culturale e un determinato livello della fede. La sera della vigilia ci si è ritrovati nel cortile del Centro parrocchiale in una ‘cena condivisa’, dove ciascuno ha portato una parte del cibo; sorprendente novità è stato il gruppo dei giovani che si è espresso con canzoni in lingua inglese e italiana. La Messa del giorno della festa ha raccolto in unità la comunità parrocchiale, nonostante la dispersione estiva. Una folta assemblea di fedeli si è lasciata coinvolgere dal gruppo dei cantori; la parola della liturgia è stata sviluppata nell’omelia del vescovo Adriano che ha condotto a guardare la Madonna Assunta come compimento del cammino di tutta la sua vita accanto a Cristo. Attraverso questi passaggi una comunità ha fatto festa affermando la propria identità. Guardando Maria possiamo dire: questo è lo scopo della vita; questo è il contenuto; voglio guardarlo e proporlo a tutti. Qualcuno ci sta, qualcuno capisce, qualcuno aderisce. Un piccolo nucleo diventa segno per tutti. Non se ne esce appesantiti, ma contenti. Il mistero prende piede, e la comunità non si esaurisce nelle iniziative. Possiamo ritrovare in Maria il punto di attrattiva e il segno di sicura speranza per tutti, nella prospettiva dell’anno della fede che si annuncia come un percorso per l’approfondimento e la ripresa di un’appartenenza lieta e vivace alla Chiesa.
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