2017-01-22 Neve e terremoto
|
STORIE DI RISURREZIONE
Non so se i soccorsi all’albergo sommerso e distrutto dalla valanga di neve e dal terremoto siano arrivati in ritardo. So di aver visto uomini che si sono faticosamente aperti una strada dentro sotto e sopra la neve, e hanno camminato per ore sferzati dal freddo, con la forza e la tenacia di chi va salvare il proprio figlio. Un papà, ospite all’albergo, uscito in cerca di qualcosa, era rimasto indenne; quale angoscia quando moglie e due figli sono rimasti sepolti nella rovina dell’albergo! Commentiamo l’episodio con le persone che leggono insieme il Vangelo ogni settimana e un anziano signore sbotta: “Quanta felicità ha provato quando ha rivisto i suoi tre tesori! Se prima non avesse patito così tanto non sarebbe stato così felice”. E per quelli che pensavano di rimanere sepolti sotto la neve e si sono ritrovati vivi e sono stati salvati, cosa sarà stata la gioia della vita, la gioia dell’abbraccio; per la mamma che sospinge fuori dal buco di neve i suoi figli. Uno strano gioco di fatti e di sentimenti prende il cuore. I monaci di Norcia, pure coinvolti nel terremoto, scrivono: “Soprattutto le nostre preghiere sono con quegli uomini e quelle donne che soffrono sotto le macerie, e con le persone che cercano di salvarli. Portando i novizi in viaggio a Monte Cassino, abbiamo celebrato la messa presso la tomba di san Benedetto, sull'antico sito già distrutto tre volte nel corso dei 1500 anni di storia. La grande chiesa ricostruita da zero dopo la seconda guerra mondiale era vuota e silenziosa…”.
Che cosa rende il cuore lieto, che cosa rende le mani forti, che cosa rinnova la speranza?
Esiste ancora il valore della vita, l’aiuto nel bisogno. Non per una performance televisiva, ma per una esigenza del cuore che cerca la felicità e la trova nell’amore al bello e al vero e nel dono di sé. C’è una strada aperta fra tutte le macerie delle case e nel cuore degli uomini. Un istinto educato dai richiami dei Vangeli che ancora si ripetono, un sostegno che rinasce nelle chiese attorno alle quali si assembrano le popolazioni di città e paesi. Una coscienza non perduta della propria identità. Un cristianesimo che ha immagini della salvezza. La storia cristiana richiama ad amare come ha fatto Gesù, a considerarci fratelli perché figli dell’unico Padre. Con le persone uscite dalla neve vediamo rivivere il cristianesimo educato il popolo; perfino la televisione, pur con le sue divagazioni dispersive, ci rende solidali portando le ….
|
|