2017-06-21 MACERATA-LORETO e altro....
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L’eco del Pellegrinaggio
Gli amici sorprendono. Anche chi non partecipa al Pellegrinaggio notturno Macerata-Loreto ne riceve il riverbero. Chi lo vive per la prima volta ne parla con cuore nuovo: la Messa all'aperto nell'erba del campo sportivo, i nuovi canti, la compagnia di anziani e di tanti giovani che ti fanno arrivare alla casa di Maria sfinito e contento. Sembrava di non arrivare mai a vedere l’immagine desiderata; all'alba, scorgendo il profilo della cupola della Basilica, pareva fatta; ecco invece l'infinito saliscendi delle ultime colline. La prossima volta converrà arrivare ultimi, per indugiare nella casa di Maria senza dover lasciare in fretta il posto agli altri che sopraggiungono. All'altare di Maria ci si prenota per il prossimo anno.
Si cammina vicini tra amici, che insegnano e segnano il passo e ti sollevano. Cammini a fianco di chi non conosci e accogli le domande di tutti. Per quante persone si prega? Malati, poveri, disperati, vicini, lontani, stranieri e cittadini, bambini, famiglie, preti, anniversari di vita e di morte. Nel mondo si fanno tante marce, di manifestazione e di protesta, di memoria e di condivisione. La preghiera corale segna la differenza. Qui ci vai per te, per imparare e per convertire il tuo cuore, inizio della conversione del mondo. A Gesù puoi offrire le gambe e il cuore, e l'intera vita. Puoi ricominciare da capo e abbracciare tutti. Il tuo piccolo particolare raccoglie il grande mondo. Misuri il passaggio: all'inizio spedisci agli amici le foto con i volti uniti e sorridenti; alla fine scrivi: 'Arrivati!’.
Il grande pellegrinaggio si spende in tutti i pellegrinaggi donati dalla liturgia. A Chioggia le statue dei Santi Patroni Felice e Fortunato, martiri nel 309, attraversano l’intero Corso tra due ali di folla e il tramestio delle bancarelle; lo stesso tragitto viene svolto con la processione serale del Corpus Domini. In mezzo ci sono tutti i pellegrinaggi della vita, quelli che esaltano e quelli che fanno sperimentare fatica e sofferenza, accompagnati da Cristo nel segno vivace della comunità.
“Mettersi in movimento per la fede è la cosa più bella che ci sia”, dice un pellegrino arrivato al Santo di Padova in bici. Dopo Loreto scrive una persona: “Questa volta ho fatto una fatica immane, tale che, al confronto, quella di tutti i giorni mi sembra una passeggiata. Mi sento come passata sotto il torchio. Però dico: “Signore tu sai tutto, tu sai che ti amo”: le parole di Pietro, che Papa Francesco ha richiamato alla partenza in una telefonata, mi sono uscite dalle viscere, dal profondo del cuore, dove non abita il formalismo ma solo la verità della carne. La Sua Grazia ci doni, ancora, di aver chiaro qual è il nostro vero bisogno”. Una cosa vera che tu fai per te, diventa per tutti.
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