2017-07-02 UN VANGELO DI AMICI
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“Sarebbe piaciuto anche a me ascoltare in diretta le parole di Gesù. Anche se poi, arrivata sotto la croce sarei subito scappata, anzi, non sarei nemmeno arrivata lì sotto…” E’ ancora più meraviglioso sentire echeggiare le parole di Gesù nei suoi amici. Gesù aveva degli amici. Un Dio con amici cari che gli volevano bene. Ad esempio, Marta e Maria: Gesù a casa loro! Non interessa tanto sapere cos'ha detto esattamente, ma che Lui aveva bisogno, come tutti noi, di un luogo in cui sostare e di amici! Gesù lava i piedi a Pietro: basta il gesto, le parole sono un sovrappiù!
Permane l’eco delle ‘parole in diretta’ pronunciate da Gesù e accolte dai testimoni. Gesù e gli apostoli nell'ultima cena, ‘ardentemente desiderata’. Li invita a ricordarsi di lui, non con un vago pensiero o uno fuggevole sentimento del cuore, ma attraverso un gesto preciso che ripeta quello che Lui ha fatto quella sera: “Fate questo in memoria di me”. Come quando si ritorna nei luoghi frequentati da persone care e amiche, e si ripetono le loro parole, si rinnovano i loro gesti. Con una differenza: trattandosi del Dio fatto uomo e risorto, non ripieghiamo nella miseria di una vuota commemorazione, ma lo riconosciamo vivo mentre compie con noi le stesse azioni.
In una recente omelia Papa Francesco ricordava che noi siamo vasi di creta: vasi di creta che Gesù sceglie come amici. Non possiamo ricordare tutte le sue parole; le sapessimo tutte, riusciremmo a metterne in pratica appena un briciolo. Quello di cui abbiamo bisogno è che Lui ci salvi, ci ami e ci raduni nella Sua amicizia. I mistici raccontano di averlo visto - anche mille e più anni dopo – mentre parlava e agiva; alcuni ne hanno trascritto le parole per obbedienza. A loro interessava stare con Lui: una presenza percepita, veduta, toccata, amata.
Una presenza che fa amare compiutamente la vita e apre a riconoscere e accogliere il mistero che la avvolge. Ci rende disposti ad amare il piccolo Charlie e a patire con i genitori ai quali il bambino malato viene violentemente strappato. La presenza amata di Gesù fa percepire che noi non siamo i padroni del mondo, non siamo i padroni della vita. Siamo gente che ha ricevuto e riceve un dono: il dono di esserci, il dono delle altre persone, che ci risvegliano con il loro esserci, il loro bisogno, la loro umana povertà e ricchezza e varietà. "Voi valete più di molti passeri ", ripete Cristo. Presente e non di carta; vivo e non registrato; risorto e non disperso nelle ceneri dell’aria.
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