CINQUANTESIMO \di SACERDOZIO di Don Angelo Busetto
6 aprile 2014 - Omelia alla Messa del ‘50
Chi potrà togliersi dagli occhi e dal cuore questo Gesù che
‘amava molto Marta, Maria e Lazzaro’? Questo Gesù che si commuove profondamente
e ha uno scossone di pianto davanti all’amico morto, proprio come capita a noi, improvvisamente,
quando magari siamo messi di fronte a una persona cara che muore? Quelli che
sono attorno a Lui esclamano: “Vedi come l’amava”. Stasera posso dire anch’io
davanti a voi: “Vedi come mi ama”.
Ma è Gesù stesso che non può togliersi dagli occhi e dal
cuore coloro che Egli ama e ha chiamato amici: Marta e Maria e Lazzaro e la
loro casa ospitale e amica; il cieco guarito e illuminato in un secondo
incontro, quando Gesù gli dice: “Adesso, non peccare più”; la Samaritana incontrata
al pozzo, che va a gridare a tutti il suo nome; la peccatrice sconvolta e
rinnovata da Cristo; la Maddalena che l’ha cercato morto e lo ha trovato
risorto; Pietro e Giovanni e Andrea che
l’hanno seguito e l’hanno annunciato al mondo. Chi potrà togliere dagli occhi e
dal cuore di Gesù queste persone che Lui ha amato e ama, conoscendole nome per
nome, una per una. E quante altre, nella storia: Ignazio di Antiochia che
scrive le sue sette lettere andando al martirio a Roma, e Agostino e Benedetto
e Tommaso d’Aquino e tutti i cristiani che hanno reso più umana la storia con
il nome e il cuore di Cristo. Fino a coloro che per lunghi canali hanno
condotto la barca di Cristo a toccare le nostre rive: Venezia, Pellestrina,
Chioggia, l’Italia, le tante rive del mondo;
i cristiani dei nostri paesi e delle nostre città, delle nostre
parrocchie e delle nostre famiglie, i cristiani che sono la nostra origine e la
nostra radice, per cui siamo qui a pregare a cantare; i nostri preti e i nostri
vescov, dal vescovo della mia ordinazione Piasentini – con la sua energia, la
vibrante ed energica voce e la potenza pastorale - al vescovo Adriano che oggi guida la diocesi.
Un terreno seminato, irrigato, coltivato da tante persone, a partire dai
sacerdoti della mia parrocchia, dagli insegnanti del Seminario fino a quel
grande maestro e testimone di Cristo che ha rinnovato e lanciato il mio
sacerdozio, il carissimo don Luigi Giussani, di cui vorrei portare nel cuore
l’orma e l’insegnamento di santità.
A me Gesù ha voluto bene così. A ciascuno di noi il Signore
vuole bene con una storia particolare, facendoci incontrare uomini e donne che
ci edificano e ci generano. Il Signore Gesù mi ha voluto bene con tratti di
benevolenza straordinari in tutte le parrocchia in cui ho vissuto, con le
persone incontrate. E’ bellissimo incontrare uomini e donne che erano bambini e
tu non riconosci più, ma essi ti riconoscono; uno non si accorge di avere tanti
figli e fratelli e se li trova già grandi. Non posso non ricordare alcuni amici
che vedono con gli occhi del Paradiso; nel corso della loro vita terrena nei
loro occhi ho visto il riflesso del suo sguardo, nella loro amicizia il suo
passo che mi camminava accanto: Rosi, Don Lino Rebellato, Filippo, Luca, Betty,
Antonella, Maria Grazia, Paola.
Che cosa sarei stato senza questi maestri e amici, senza la
compagnia della Chiesa che mi ha portato a Cristo? Che cosa saresti stato tu
senza la tua parrocchia, i tuoi preti, i tuoi genitori, i tuoi amici, senza chi
ha guardato Cristo prima di te; e tu hai cominciato a guardare da quella parte
perché essi guardavano da quella parte. Le comunità con le quali ho pregato, e
che mi hanno insegnato a pregare, mi hanno sorretto quando mi cadevano le
braccia e mi cadeva anche il cuore; comunità con le quali ho celebrato,
giocato, cantato, gioito, sofferto, amato, creduto, sperato moltissimo, perché
la nostra speranza è nel Signore. Senza questa grande Chiesa cattolica, che amo
tantissimo, perché è come amare il Corpo di Cristo, e la sua fisionomia nel tempo.
La Chiesa cattolica nel tempo e nello spazio. Quindi con tutte le sue vicende.
Ieri, il cardinal Parolin che ha celebrato la Messa agli esercizi della
Fraternità di Comunione e Liberazione ci invitava a pregare per il Venezuela e
per i due sacerdoti di Vicenza che sono stati rapiti in Africa. Una Chiesa
cattolica fino ai confini della terra e del tempo che ci educa con la sua
enorme ricchezza di testimonianza e di grazia e ci fa amare di più Gesù.
Che cosa fa vivere? Di che cosa si vive? Che cosa ci fa cominciare
la giornata, e l’iniziativa di ogni giorno. Di quale respiro, di quale cuore
vive la vita? A me è stato donato il senso della vita, il gusto, la compagnia
della vita. A me è stato donato Gesù. E a voi? A tutti noi è stato donato Gesù.
Vivere il Battesimo, l’Eucaristia, la Confessione, la sua Parola.
Diceva Romano Guardini: “Nell’esperienza di un grande amore,
tutto ciò che accade è un avvenimento nel suo ambito”. Un grande amore c’entra
con tutto quel che accade nella vita. In questi anni a me è accaduto così, in
mezzo a pigrizie, debolezze, incoerenze. Anche nel buio, quella luce. Tante volte mi è sembrato di assomigliare a
Pietro, nella sua passione e nelle sue incoerenze: capace di rinnegarlo, ma un
momento dopo già con lo sguardo a Cristo che lo guardava.
Il grande Imperatore, nel racconto dell’Anticristo di
Soloviev, aveva piegato tutto il mondo ai suoi piedi. Come oggi il grande
Dittatore vuole che ci mettiamo sotto i suoi piedi, ci vuole tutti uguali, con
lo stesso pensiero, tutti inutili, senza cervello e senza occhi e senza
volontà, per farci suoi servi; una volta c’erano le grandi ideologie, oggi il
grande Dittatore serpeggia per tutti i giornali, per tutti i canali, per tutte
le informazioni, per tutte le leggi dell’Europa e del mondo. IL grande
Imperatore aveva riunito attorno a sé tutte le grandi religioni della terra:
“Strani uomini voi cristiani. Che cosa avete di più caro nel cristianesimo?” Si
alzò lo staretz Giovanni, candido come un cero: “Grande imperatore, quello che
abbiamo di più caro nel cristianesimo è Cristo stesso e tutto quello che viene
da lui”.
Così Papa Francesco nella Evangelii Gaudium: “Gesù Cristo ti
ama, ha dato la sua vita per salvarti e adesso è vivo al tuo fianco ogni
giorno, per illuminarti, per rafforzarti, per liberarti”. Questo è vero: Cristo
è al nostro fianco.
Per questo dico: Grazie a tutti voi che per grazia di Dio
condividete con me questo cammino della Chiesa, amati da Gesù, testimoni di lui
in tutte le periferie della vita e del cuore dell’uomo. Grazie a chi ama Cristo
vivo nella Chiesa, lanciata e corretta dal nostro Papa Francesco, accompagnata
dal vescovo Adirano e dai nostri sacerdoti.
Domandiamo a Maria. Chi è Maria nella nostra terra? Nella
mia isola è invocata come la Madonna dell’Apparizione. Ma da quando sono in
Cattedrale, dicendo il Rosario ho spostato l’accento su Maria Assunta e prego
questo mistero anche se è la giornata dei misteri dolorosi, perché Maria ci sta
prendendo tutti, ci sta amando tutti e ci vuole felici tutti. Domandiamo a
Maria la grazi della fede, della fedeltà, della gioia di essere cristiani e di
donare al mondo la felicità più grande.
Grazie Signore di donarci di vivere così o almeno di
desiderare di vivere così, perché è la vita più bella del mondo, in mezzo a
tutte le crocifissioni da cui fossimo attraversati.